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La Resilienza: La Forza Silenziosa che Trasforma le Difficoltà in Opportunità

Aggiornamento: 31 mar

Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra crollare. Un evento improvviso, una perdita, una delusione profonda — e all’improvviso ti ritrovi lì, in bilico tra il dolore e la voglia di rialzarti. La resilienza non è solo una parola elegante da usare nei discorsi motivazionali: è quella forza silenziosa, quasi invisibile, che ci permette di andare avanti quando tutto dentro di noi vorrebbe fermarsi.




Cos’è davvero la resilienza?


La resilienza non è essere forti sempre. Non è nascondere le proprie ferite dietro un sorriso forzato. Al contrario, è il coraggio di guardare in faccia la propria sofferenza, di riconoscerla, accettarla e scegliere comunque di non lasciare che ci definisca.

Essere resilienti significa permettersi di crollare, ma trovare dentro di sé la scintilla per ricostruire. Non è rimanere impassibili davanti alle tempeste della vita, ma imparare a danzare sotto la pioggia.



Un esempio concreto e personale di resilienza


C’è stato un momento nella mia vita in cui pensavo di non farcela. Un periodo in cui ogni certezza è venuta meno: a causa del crollo di un progetto su cui avevo investito anni della mai vita, e quella sconfitta aveva lasciato una sensazione opprimente e di confusione che mi schiacciava sepre più. Mi sentivo perso, come se parte della mia identità si fosse sgretolata insieme a quelle cose che credevo indispensabili.


All’inizio ho lottato contro quella situazione, cercando di distrarmi, di far finta che non fosse così pesante. Ma più provavo a ignorarlo, più si faceva sentire forte, e in diverse occasioni e circostanze.

La svolta è arrivata quando, un giorno, ho smesso di combattere. Mi sono seduto con la quelle sensazioni, le ho ascoltate, accolte. Ho iniziato ad osservare tutto quello che provavo, senza filtri, senza paura di sembrare debole, con grande compassione, curiosità ed accettazione le ho avvicinate, attravesate, rese amiche.


Quello è stato il primo passo.


Poi, giorno dopo giorno, ho ricostruito me stesso con pazienza, affetto e ancora pazienza. La resilienza, ho capito, non è stata la mia capacità di rimanere impassibile davanti alle difficoltà. È stata la mia scelta quotidiana di non arrendermi, anche quando tutto sembrava cadermi addosso.



Come possiamo coltivare la resilienza?

La resilienza non è un dono con cui nasciamo, ma un "muscolo" che possiamo allenare. Ecco alcune pratiche che mi hanno aiutato e che possono aiutare anche te:

  • Accogli le tue emozioni: non aver paura della tristezza, della rabbia, della paura. Osservale, parlane, scrivile— solo così smetteranno di avere potere su di te.

  • Scomponi le sfide in piccoli passi: quando tutto sembra troppo grande, chiediti: Qual è la prossima piccola cosa che posso fare? Spesso, il primo passo è solo mettersi in piedi ed iniziare la giornata.

  • Cerca il significato: non tutto ha un senso immediato, ma col tempo puoi chiederti: Cosa sto imparando da questa esperienza? La sofferenza, credimi, è la migliore delle insegnanti.

  • Connettiti agli altri: la resilienza non è isolamento. Parla con chi ti vuole bene, anche solo per condividere un silenzio.

  • Coltiva la gratitudine autentica: non per le cose grandi, ma per quelle piccole: un raggio di sole che filtra dalla finestra, il sapore di un caffè caldo. La bellezza si trova spesso nei dettagli.


E quindi...


La resilienza non è sinonimo di forza bruta, ma di forza gentile. È quella voce dentro di te che, anche nei momenti più bui, sussurra: Vai avanti, un passo alla volta.

Se oggi ti senti spezzato, sappi che dentro di te c’è già tutto ciò di cui hai bisogno per ricostruirti. La resilienza non è non cadere mai — è trovare il coraggio di rialzarsi, ancora una volta.🌿



Giorgio Scalzotto

Be Happy :)

 
 
 

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